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Al culmine della sua parabola di vita, il 24 novembre 1926, Sri Aurobindo decide di ritirarsi nella sua stanza, dalla quale non uscirà mai più, fino alla morte, avvenuta il 5 dicembre del 1950.
Fu una scelta che preparava la Nuova Umanità: un ritiro necessario per potersi concentrare più intensamente in quello che egli considerava il suo vero lavoro: formare la base del Essere di Luce che sarebbe apparso all'alba della Nuova Era.
«Non è contro il governo britannico che ora devo battermi, questo chiunque può farlo, ma contro l'intera Natura universale!». Il terreno della battaglia era ed è il Pianeta intero e la Razza Umana.
Da quel momento egli si circonda di quella riservatezza che doveva caratterizzare l'intera esistenza trascorsa a Pondicherry. «La mia vita non si è svolta in superficie, affinché gli uomini la possano vedere».